Smart revenue action

Lo scorso anno, un importante IDS, ha optato per una scelta strategica differenziata, considerando le variabili target e ubicazione. Sono state quindi favorite le strutture più centrali in ambito cittadino per quanto concerne il settore business. Si è poi optato per le migliori posizioni dal punto di vista emozionale per quanto riguarda il leisure.

E’ stato ottenuta una buona vendita dai privilegiati dell’ubicazione lasciando in seconda fila strutture di livello, ma mal posizionate e molto concorrenziali sulle tariffe.

Manuel Libertucci di G.H.B. gestioni hotels di Bologna suggerisce provocatoriamente di modificare i questionari di soddisfazione, affinando la domanda sull’ubicazione. Non più “come reputa la posizione della struttura scelta” ma “in funzione delle ragioni del suo viaggio, come reputa la posizione della struttura scelta”?

L’ubicazione si conferma quindi da un lato fattore primario di scelta sia in ambito business che leasure dall’altro fattore distorsivo nel giudizio del consumatore.

Qualche settimana fa, durante un webinar, avevo fatto notare come un hotel a Torino si ritrovasse nelle recensioni di Tripadvisor, già nelle prime due righe la nota positiva sull’ubicazione. Una serie continua di recensioni sempre con lo stesso accento sulla centralità dell’albergo.

Naturalmente tutto ciò viene considerato sempre più negli studi di fattibilità di nuove strutture alberghiere.

Particolarmente interessante è l’argomento del vantaggio competitivo per “ubicazione fortuita” o “ubicazione passiva” cioè di quel vantaggio ottenuto successivamente alla progettazione del complesso alberghiero e di cui si nutre fortuitamente. Ma questo è un altro capitolo…

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