Superata la fase della chiusura, in alcuni casi forzata, delle nostre strutture siamo arrivati al momento in cui possiamo timidamente prendere in considerazione un’apertura e ci troviamo ad affrontare una situazione ancora una volta inedita sotto molti aspetti. La questione più delicata è dovuta alle linee guida da adottare per garantire la sicurezza dal punto di vista sanitario.

Questo elemento andrà a impattare sulla nostra attività nei giorni a venire e ci troviamo a dover valutare come muoverci nel rispetto dei nostri collaboratori e dei nostri ospiti consci del fatto che le nostre scelte avranno conseguenze sulla reputazione dell’hotel oltre che rappresentare motivo di preferenza rispetto alla concorrenza.

Dopo aver passato le giornate a visionare i protocolli proposti dalle associazioni di categoria, di alcune catene alberghiere oltre ai vari di bollini di garanzia in circolazione in Italia mi sono imbattuto oggi in un caso spagnolo in qualche modo “estremo” che mi ha spinto a fare un confronto la situazione attuale in quel Paese.

Nel 2019 la Spagna è stata invasa da 83,7 milioni di turisti stranieri sancendo un nuovo record di presenza. La Spagna è il secondo paese più visitato al mondo dopo la Francia secondo i dati del Ministero dell’Industria, del Commercio e del Turismo. La spesa totale dei turisti è di  92.337 milioni di euro. Il PIL nazionale è di 14,6% (quindi maggiore di quello italiano), con un contributo annuale all’economia spagnola che supera i 175.000 milioni di euro.

Come si preparano a riaprire gli hotel in Spagna?

La Spagna prevede un’apertura di terrazze all’aperto e hotel per l’11 maggio e dei bar e interno ristoranti per il 25 Maggio. Se mal comune può essere mezzo gaudio, conforta vedere che anche lì sono stati stabiliti protocolli diversi e in modo del tutto autonomo per destinazione, catena o singola struttura, in attesa di una linea delle associazioni di categoria prevista per il 15 maggio.

 

L’associazione degli albergatori madrilena, Madrid Hotel Business Association (AEHM) sta sviluppando un protocollo per la creazione del certificato “COVID Free Hotels” che garantisce la sicurezza dei clienti e dei lavoratori degli hotel di Madrid alla riapertura.
Gli albergatori di Madrid vogliono presentare il loro protocollo sia alle istituzioni pubbliche che a quelle private, in modo che gli hotel possano ottenere la certificazione questa certificazione nel pieno rispetto dei requisiti.

L’estremo a cui mi riferivo prima è il VP Plaza Espana Design un 5 stelle di Madrid che punta a diventare l’hotel più Covid Free (se mai questa dicitura possa avere un senso) di tutta la Spagna arrivando a prevedere un test per tutti i clienti prima dell’ingresso da effettuarsi in una sala apposita con operatori sanitari a disposizione. Addirittura è stata valutata l’ipotesi di fare il test in un’ambulanza di fronte all’ingresso dell’hotel..

Lo stesso sarà previsto per accedere alla famosa terrazza al dodicesimo piano dell’hotel dove si trova il Ginkgo, un ristorante cocktail bar con una vista su Madrid che d’ora in poi si potrà ammirare solo dopo avere fatto richiesta a un addetto e seguendo un percorso delimitato da una segnaletica sul pavimento.

I 1200 metri quadrati del Ginkgo, passeranno dall’ospitare 300 persone a un massimo di 200 garantendo un distanziamento come previsto dalle piante qui sopra. Non ci saranno più code perché si potrà accedervi solo con prenotazione.

Ovviamente anche qui il problema della riduzione di coperti ai ristoranti è molto sentito e secondo lo chef stellato Mascarell, assisteremo a una curiosa variazione nella tradizione tutta spagnola del “compartir” portate abbondanti a cui saranno invece preferite raciones singole. Per chi conosce gli spagnoli sa quanto questo rappresenterebbe una vera rivoluzione.

A questo proposito come hanno in previsione di organizzarsi gli alberghi spagnoli per i pasti?

La catena Sol y Mar Hoteles promuove l’utilizzo degli angoli cottura in stanza con l’utilizzo gratuito per soggiorni oltre le 7 notti. Ha una convenzione con un supermercato per il delivery a prezzo scontato. Nel ristorante, il buffet è esposto dietro a una protezione, in modo che i clienti possano vedere e scegliere cosa desiderano. La frutta per esempio viene disinfettata e avvolta in pellicola protettiva.

La catena Room Mate invece prevede la riapertura delle aree del ristorante in diverse fasi:

  1. Prima fase: la colazione verrà servita in camera.
  2. Seconda fase: la colazione sarà à la carte, al fine di evitare la folla al buffet.
  3. Terza fase: il buffet sarà attivato in linea con le diverse misure di sicurezza che includono, ad esempio, l’uso obbligatorio dei guanti.

Pur non arrivando all’estremo del VP la catena ha previsto zerbini impregnati di candeggina per disinfettare suole di scarpe e rotelle delle valigie e misurazione corporea del cliente all’arrivo. Un tappeto simile lo propongono l’Orfila o l’Heritage rappresentanti del lusso esclusivo dei Relais & Châteaux in Madrid.

Una nota particolare va allo schermo di protezione del banco reception dei 28 Hotel Room Mate il cui design sarà scelto sul risultato di una votazione tra diversi modelli con un concorso on line.

Per la reception mi ha colpito la catena Abba Hoteles che prevede l’utilizzo di un macchinario a raggi ultravioletti per la disinfezione dei vari documenti scambiati. In molti casi viene suggerito il web check in fino ad arrivare al caso particolare del Baobab Suites che offre check in e check out direttamente nella suite.

Durante la maratona organizzata da BTO, a cui ho partecipato nei giorni scorsi, l’amico e collega Zeno Govoni, faceva giustamente notare come il “federalismo” delle linee guida regionali avrebbe potuto influire in modo rilevante sulla reputazione di una destinazione. In futuro questo aspetto dovrà anche essere considerato tra nazioni vicine e confinanti e pure competitor. Ho creduto per questo motivo che fosse interessante dare un’occhiata intanto alla nazione che più conosco e amo.

Fonti:

Agi.it, Expreso.info, Nationalgeografic.com.es, Tourinews.es, Elpais.com, ABC.es

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