A quanto potrebbe essere venduta una camera d’hotel al minuto? Questa è una domanda che mi faccio spesso.
Le leggi del mercato turistico-ricettivo sono sempre più condizionate da variabili temporali. Abbiamo affrontato in post precedenti l’importanza di dare valore alle variazioni dello standard temporale, gestendo in modo proficuo Late Check out ed Early Check in
Generalmente siamo abituati a concepire una permanenza alberghiera come una presenza giornaliera (o presenza notturna) che gode di un range massimo temporale di 20-22 ore, considerando un check in standard dalle 14.00 e un check out standard fino alle 12.00. Allora ho voluto immaginare una camera doppia in solo pernottamento venduta ad una tariffa “aggressiva” (quella che suggeriscono i guru del revenue management..) durante un periodo di bassa occupazione: 49,00 euro .
Quindi se proviamo a dividere la tariffa “aggressiva” per gli ipotetici minuti di permanenza (22 ore x 60 minuti ) si ottiene uno 0,037 centesimi di euro/minuto.
Vendo camere a meno di 4 centesimi al minuto
E allora viene da pensare che il parcheggio in centro città costa 0,050 centesimi al minuto e il lettino abbronzante al centro estetico addirittura 0,83. Il campo da calcetto con i suoi 1,5 euro al minuto pare veramente un gran bel business.
Non è una proporzione esatta dato che il costo di biancheria e di altre voci marginali deve essere considerato una tantum, ma questo ragionamento fatto per assurdo, ci serve a capire che una camera venduta a prezzi classici di media-bassa occupazione ha in realtà un valore molto basso in relazione al tempo di utilizzo dell’acquirente/cliente rispetto ad altri servizi apparentemente più economici.
Da qui nascono realtà in buon espansione come Day Use Hotels che già stanno ottenendo importanti risultati in visite e prenotazioni già in Gran Bretagna, Svizzera e Francia e negli Stati Uniti.
Togliendoci subito da eventuali imbarazzi, bisogna precisare che l’ospitalità “a tempo ridotto” non ha come target solo quello degli amanti desiderosi di un momento di intimità in un luogo tranquillo, ma anche uomini d’affari, viaggiatori in transito, frequentatori di centri benessere ecc.
Facendo una breve ricerca su Google, appaiono hotel che pubblicizzano in modo non troppo sfacciato, la vendita di camere a tempo ridotto:
Oppure:
Nel secondo esempio c’è maggiore risalto del prezzo in funzione del numero di ore.
Il maggiore e migliore utilizzo della vendita a ore spetta però agli Hotel degli aeroporti.
Durante una permanenza notturna all’aeroporto di Dubai fui incuriosito dai fasti del Dubai International Airport Hotel che vendeva la permanenza di un’ora a 60,00 dollari.
Altri aeroporti evidenziano un “Extension per hour”
Mi pare di capire che una tariffazione a minuti per il soggiorno alberghiero potrebbe essere applicata da qui a breve e potrebbe essere una strategia vantaggiosa per clienti e hotel manager.
Siamo sicuri che qualcuno non la stia già testando? Vi suggeriamo di seguirci….
Spero che nessuno mi faccia la domanda: Ma la tassa di soggiorno?
Troppo avanti