L'utilizzo dei voucher nel turismo
Ci siamo posti la domanda: I voucher nel turismo vengono utilizzati?

Oggi gli under 40 sono la maggioranza dei beneficiari di questi buoni, 63,5%, con i minori di 30 anni che arrivano al 44%. Le attività in cui sono maggiormente impiegati questi lavoratori sono quelle commerciali e turistiche.

I voucher Inps, introdotti nel 2008 e pensati per le attività stagionali, sono sempre più utilizzati e, per quanto riguarda gli under 30, “funzionano” molto bene nel settore del turismo. Oggi gli under 40 sono la maggioranza dei beneficiari di questi buoni, 63,5%, con i minori di 30 anni che arrivano al 44%. Le attività in cui sono maggiormente impiegati questi lavoratori sono quelle commerciali e turistiche, dove essi rappresentano circa la metà degli addetti occasionali. (Guida Viaggi)

In base ai trend registrati negli anni, entro il 2014 si può stimare che saranno oltre 67 milioni i buoni in tasca dei possibili committenti, il 65% in più rispetto al 2013. Quattro le regioni, del Nord, che più ne fanno uso, Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna, mentre il Sud ricorre poco a questo strumento di pagamento (meno del 13% dei buoni usati totali).

La legge 92/2012, la cosiddetta riforma Fornero, ha allargato le possibilità di utilizzo del pagamento delle prestazioni di tipo accessorio mediante voucher. Si tratta di buoni acquistabili presso uffici postali, tabaccherie, sedi Inps, sportelli bancari autorizzati e in via telematica. Ogni voucher ha un valore nominale pari a 10 Euro, ma sono disponibili buoni anche del valore di 20 o 50 Euro, ed è utilizzabile fino a ventiquattro mesi dal momento dell’acquisto. Nel caso di mancato utilizzo, furto o smarrimento, è prevista la possibilità di un rimborso.

Chiunque può pagare prestazioni lavorative tramite i buoni lavoro, senza la necessità di stipulare alcun contratto di lavoro, e garantendo al prestatore la regolare copertura Inps e Inail nei limiti di 6.740 Euro lordi (5.050 Euro netti) l’anno per dipendente. Questa soglia  può essere soggetta a variazioni a seconda delle caratteristiche del datore di lavoro o del lavoratore.

Tra i prestatori, ovvero tra i lavoratori pagati mediante voucher, sono ammessi anche disoccupati anche se percipienti misure di sostegno al reddito, le quali non vengono compromesse dalla sussistenza di un rapporto di lavoro pagato mediante buoni, e pensionati. Questo rende i voucher molto interessanti per chi generalmente deve (vuole) scegliere tra sostegno di disoccupazione e lavoro.

La metodologia di acquisto più comoda è probabilmente quella presso una tabaccheria: in questo caso per il datore di lavoro è sufficiente fornire il proprio codice fiscale al rivenditore, che ha diritto a una commissione di 1 Euro, e acquistare fino a 1.000 Euro di voucher in una singola operazione, e fino a 2.000 Euro in una giornata.

Il datore di lavoro è tenuto a inviare la comunicazione obbligatoria di instaurazione della prestazione lavorativa prima che questa inizi: a tal fine è necessario per il committente registrarsi al sito Inps, ed effettuare la comunicazione nell’apposita sezione dedicata al lavoro accessorio.

Il valore netto del voucher da 10 Euro è pari a 7,50 Euro, ovvero al compenso minimo di un’ora di prestazione: il 25% dell’importo lordo è infatti costituito da contributi Inps e Inail. Al momento della riscossione, il lavoratore deve presentarsi presso l’esercizio dove il voucher è stato acquistato, a seconda che questo sia un ufficio postale, una sede Inps, una tabaccheria o una banca. Nel caso di voucher acquistato in tabaccheria, il lavoratore può riscuoterne il valore entro un anno dal suo acquisto, fornendo il proprio codice fiscale.

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