DPCM, ristorazione e hotel

Da qualche ora ci sono grandi dibattiti tra albergatori, ristoratori e gruppi misti sull’uscita del nuovo DPCM e ciò che riguarda la ristorazione nei ristoranti e negli hotel.

Allora proviamo a ripercorrere il DPCM nelle parti salienti, per poi provare a fare alcune considerazioni anche con l’aiuto degli approfondimenti di alcune associazioni.

Bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie

Le attività dei servizi di ristorazione sono consentite dalle ore 5.00 fino alle 18.00. Il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi. Dopo le ore 18,00 è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico;

Asporto, delivery, mense e catering

E’ consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 24,00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze. Continuano a essere consentite le attività delle mense e del catering continuativo su base contrattuale.

Hotel e altre strutture ricettive

Resta consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti, che siano ivi alloggiati. 

Precisazioni vecchie e nuove:

Il cartello con riportato il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente

E’ obbligatorio anche negli ambienti in cui non si svolge attività di somministrazione di alimenti e bevande.

Il metro di distanza

I tavoli devono essere disposti in modo da assicurare il mantenimento di almeno un metro di distanza tra i clienti, ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale. L’uso di barriere tipo plexiglass non sono mai state accettate dagli italiani, ma avrebbero permesso meno limitazioni sia sul distanziamento che sulla presenza contemporanea.

Obblighi di accertamento

Il gestore del locale non ha l’obbligo di accertare, né di far dichiarare, lo stato di convivenza dei clienti al fine di derogare al limite di quattro persone per tavolo.

Accordi con ristoranti esterni convenzionati

La questione sugli accordi esterni è sicuramente da approfondire e chiarire; quindi mettiamo qualche condizionale. Potrebbero essere somministrati pasti ai clienti alloggiati anche oltre l’orario di chiusura al pubblico, purchè venga documentata l’esistenza di un accordo di prestazione di servizi in base al quale viene fornito il servizio di ristorazione ai clienti della struttura ricettiva che esibiscano un voucher o altro documento di legittimazione senza pagamento diretto da parte del cliente al ristorante. In tal caso, si ritiene che l’attività prestata sia da considerarsi analoga a quella delle mense e del catering continuativo su base contrattuale.

Utilizzo della sala colazioni o ristorante

Le strutture ricettive possono consentire ai clienti ( che fanno uso del servizio delivery e asporto ) di utilizzare la sala colazioni per consumare i pasti acquistati da fornitori esterni, nel rispetto del distanziamento, del limite di persone per ciascun tavolo e delle altre prescrizioni degli specifici protocolli di sicurezza. Nel caso in cui il cliente dell’albergo opti per usufruire della consegna a domicilio, occorrerà dedicare particolare attenzione alle modalità di consegna. Sarebbe consigliato di ricevere il pasto in prossimità dell’ingresso della struttura ricettiva e non internamente.

Le idee degli hotel

Da ieri è partita una gara di creatività per trovare le soluzioni migliori per fronteggiare la crisi. E così riporto in fila alcune delle tante idee:

La cena + soggiorno

La cena soggiorno gratis

L’apericena

 

Le strutture ricettive si sono attrezzate anche su Booking.com per proporre la cena?

Se dovessi prenotare per stasera a Roma?

 

Se dovessi prenotare per stasera a Milano?

E’ una guerra tra poveri?  Ristoranti contro hotel?

Potrebbe sembrare una guerra tra poveri. Mi lascio andare ad opinioni personali che possono essere non condivise, ma credo ci sia un eccesso di entusiasmo per un DPCM che è in evoluzione o involuzione. Non deve essere visto come un raggiro nè un privilegio casuale.

Sarà un servizio “necessario”.

Dobbiamo purtroppo continuare a pensare al necessario e non necessario. Gli hotel erano aperti a Marzo, Aprile e Maggio per fornire un servizio necessario. Avevano solo ospiti che necessitavano di soggiornare per motivi di lavoro oppure per motivi legati alla salute ( visite in ospedale ecc. ). I ristoranti degli hotel potevano stare aperti anche allora. Attenzione a forzare l’idea di cena all’ospite d’hotel…

Meriti e fortune degli alberghi

Il post non voleva avere parvenza negativa o trasmettere pessimismo, ma forse è bene provare a capire perchè facciamo e possiamo fare certe cose.

Non voglio ricominciare con la guerra tra categorie e non è una gara a chi è più bravo, ma la categoria degli albergatori a fronte di investimenti più corposi rispetto ad altri nel turismo è stata quella più attenta a non calare mai l’attenzione sul problema della prevenzione dei contagi. Gli alberghi sono forse in questo momento i luoghi più sicuri fuori da casa propria.

Chi lavora con clientela business adesso ha una grande opportunità di emergere tra gli altri.

C’è chi si è mosso molto bene, lavorando sulla comunicazione, sulle convenzioni e sulle strategie di vendita. Bisogna riuscire ad aumentare la clientela pernottante che cena e consuma in hotel senza scombussolare gli equilibri interni già fragili.

Ho fatto questo lungo ragionamento per la paura che l’albergatore possa passare, dopo un’annata di grandi sacrifici, per il furbo che aggira le regole….

#andràtuttoincene

 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here